martedì 26 novembre 2024

Antiche tracce

le prime risalgono al VII millennio a.C.

Antiche tracce
Le prime significative tracce d’insediamento dell’isola risalgono al VII millennio a.C. con l’approdo di popoli provenienti dal Mediterraneo orientale che s’insediarono prima lungo le coste e poi all’interno occupandosi di agricoltura e pastorizia.
Rappresentative di quelle società, le antiche architetture delle domus de janas (case delle fate), grotticelle artificiali scavate nella roccia dove venivano deposti i morti.

L’emblema più noto della Sardegna è il nuraghe, edificio realizzato da civiltà nuragiche appunto, insediatisi sull’isola dal 2500 a.C. circa fino a pochi decenni prima dell’era Cristiana. Circa 7.000 i nuraghes sparsi su tutta la regione, grandiose strutture in pietra a forma di torre troncoconica come inespugnabili castelli, ma probabilmente usati come templi per l’adorazione di divinità.

Tra i nuraghes più visitati: Albucciu (Arzachena), Maiori (Tempio Pausania), Palmavera (Alghero), Losa e Villaggio di S. Cristina (Abbasanta e Paulilatino), Santu Antine (Torralba), Su Nuraxi (Barùmini). Della stessa età sono anche le tipiche sepolture in tombe collettive chiamate Tombe dei Giganti, così appellate per le grandi dimensioni. Per arricchire le abitazioni e per offrirle in voto alle divinità, i nuragici producevano i bronzetti, piccole statuette in bronzo raffiguranti uomini, animali e altro facente parte della vita quotidiana. Legati al culto dell’acqua, i pozzi sacri, interessanti sotto il profilo architettonico. Appartengono all’età prenuragica i circa cento dolmen presenti in tutta la Sardegna, costruzioni megalitiche in cui i due elementi verticali disposti di taglio nel terreno ne sostengono un terzo orizzontale. Circa 260 sono i menhir, grandi pietre monolitiche infisse nel terreno con fini religiosi, in lingua sarda chiamati perdas fittas o longas. Caratteristici del culto religioso del popolo dei Fenici sono i tophet, ossia aree cimiteriali sul cui terreno sono sparse urne contenenti ceneri e ossa umane; circa 35 sono gli esemplari sull’isola.

Giungendo a tempi più “moderni” è importante suggerire la visita ai numerosi esempi di chiese romanico pisane costruite tra il 1000 e il 1300. In provincia di Cagliari rappresentative sono S. Maria ad Uta e S. Saturno a Cagliari; nel Nuorese, S. Nicola ad Ottana e S. Pietro a Bosa; nell’Oristanese, S. Giusta nell’omonima località, S. Maria a Bonarcado; in Gallura, S. Simplicio ad Olbia, S. Gavino a Porto Torres, SS. Trinità di Saccargia a Codrongianus, S. Antioco di Bisarcio ad Ozieri, S. Pietro di Sorres a Borutta.
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