Nuoro
città di cultura e di tradizionale ospitalità
Capoluogo di una provincia che ha saputo mantenere intatte le tradizioni e le peculiarità della Sardegna più vera e oroginale, è al tempo stesso capitale della cultura più moderna, annoverando tra i suoi cittadini prestigiose personalità, come il premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda (1926), il poeta Sebastiano Satta (1867-1914), lo scultore Francesco Ciusa ( 1884-1949), il giurista-scrittore Salvatore Satta (1902-1975), il saggista e politico Attilio Deffenu (1890-19189.
La città è sovrastata dai circa mille metri di altitudine del Monte Ortobene, dalla cui cima si ha uno straordinario panorama su tutta la Barbagia, il Supramonte di Orgosolo e Oliena, fino al Mar Tirreno che lambisce le terre delle Baronie, prendendo coscienza della reale fisionomia del paesaggio montano sardo.
Parte del Giudicato del Logudoro, Nuoro fu conquistata nel 1300 dagli Aragonesi che la inclusero nella diocesi di Alghero.
Il suo centro storico mostra due aspetti ben distinti: quello della moderna città con le nuove zone di espansione urbana e quello dei vecchi quartieri della cultura pastorale e rurale di San Pietro e Séuna, con le stradine strette e le case basse dai muri a secco.
Il centro storico è raccolto attorno al Santuario della Madonna delle Grazie, edificata negli anni Cinquanta sull’omonima piazza, alla vicina chiesa delle Grazie, alla Cattedrale di S. Maria della Neve, dei primi Ottocento in stile Neoclassico.
Rilevante la presenza museale che rappresenta il maggiore interesse della città apprezzabile mediante un interessante itinerario.
Il Museo della Vita e delle Tradizioni popolari sarde, situato sul colle di Sant’Onofrio e aperto nel 1976, è dedicato alla rappresentazione del folclore, dell’artigianato e della cultura popolare sarda, comprendendo una sezione interamente dedicata ai costumi tradizionali, ai gioielli ed all’oreficeria insieme agli oggetti di uso comune, una ricca raccolta di arnesi degli antichi mestieri e sale per la esposizione delle più famose maschere del Carnevale barbaricino (mamuthones, issoccadores di Mamoiada, merdùles e bòes di Ottana e thurpos di Orotelli).
Il Museo Civico speleo-archeologico (via L. Da Vinci, 5) raccoglie materiale paleontologico, archeologico e naturalistico, con importanti presenze come 4 eccezionali statue-menhir rinvenute a Làconi, alcune navicelle votive di età nuragica, vari monili, corredi funerari dell’età del Bronzo e la ricostruzione di una tomba Bizantina (VII-VIII sec.).
La casa natale della scrittrice Grazia Deledda, nell’omonima via al civico 28, oltre a rappresentare una autentica casa padronale barbaricino dell’ottocento, la casa dell’infanzia della grande autrice, ospita il Museo Deleddiano con i documenti e le opere più significative dell’artista.
Alla periferia nord orientale della città si trova la chiesa della Solitudine (Sa Solidàe) sorta a metà ‘900, nei cui pressi è la tomba di Grazia Deledda e il santuario della Madonna di Valverde di forme seicentesche. Da qui parte una strada panoramica che sale al Monte Ortobene dove si trovano la chiesa di N.S. di Montenero (XVII sec.), recentemente restaurata, e la Statua del Redentore (alta 7 m. opera bronzea di Vincenzo Jerace) intorno alla quale dal 1901 si svolge a fine agosto una delle più importanti feste dell’isola, la Sagra del Redentore, con la sfilata di tutti i costumi tradizionali dell’Isola.
Nei dintorni, dirigendosi verso l’estrema periferia sudoccidentale della città, da non perdere l’escursione al nuraghe Tanca Manna, che forma quasi un tutt’uno con l’imponente roccione che si trova sul posto. A una quindicina di chilometri a ovest, si trovano le domus de janas di Sas Concas, un gruppo di ipogei di età prenuragica che vanta una serie di particolari incisioni parietali di tipo magico-religioso.
A circa 25 km., nel territorio del Comune di Orune, si possono visitare il pozzo sacro di Su Tempiesu e, a 15 km sempre da Nuoro, il complesso nuragico di Noddule. Da Nuoro è consigliata anche una deviazione per Orani e Sarule con la salita al Monte Gonare, la cima più caratteristica della Barbagia ammirando il panorama, con la vista dei due mari che cingono l’isola e la chiesetta della Madonna del Gonare di epoca medievale.
Ad Orani tappa d’obbligo al Museo Nivola dedicato all’artista locale di fama internazionale Costantino Nivola e situato nell’antico lavatoio del paese, allo scopo restaurato.