La Barbagia
terra di montagna e di pastori
La Barbagia, terra di montagna e di pastori, è divisa in Barbagia di Ollolai (tra Nuoro e Fonni a nord del Gennargentu), quella di Belvì (tra Laconi e Aritzo), quella di Seùlo (estesa fino al Campidano) e quella di Mandrolisai, nel settore nordoccidentale. Il nome della regione deriva dal latino Barbària (barbari), nome assegnato dai Romani alla gente del luogo per il loro carattere schivo e orgoglioso che non si lasciò mai completamente assoggettare. A causa dell’asprezza del territorio, interamente immerso nell’area del Gennargentu e del Supramonte, la Barbagia ha sempre vissuto l’isolamento, aspetto che ha fortemente delineato l’indole più che riservata della sua gente che ha potuto conservare tradizioni, cultura e lingua, quest’ultima considerata la parlata sarda più pura. Le feste locali sono l’occasione migliore per entrare in questo mondo, fatto di atmosfere magiche di derivazione paleocristiana, come il famoso Carnevale di Mamoiada con la sfilata dei Mamuthones, uomini che indossano maschere di legno spaventose vestiti con pelli di montone. Grazie alla sua difficile accessibilità questa terra, nel cuore della Sardegna, ha anche preservato luoghi e paesaggi, come vicino a Dorgali con la Gola di Su Gorroppu, un canyon stretto da pareti verticali alte centinaia di metri e le grotte di Ispinigoli, dove si trova la stalattite-stalagmite più alta d’Italia (oltre 70 m.). Di straordinario interesse naturalistico, il paesaggio del Supramonte, sempre a sud di Nuoro, un vasto altopiano calcareo dolomitico che giunge fino al Golfo di Orosei, comprendente i territori di Oliena, Orgosolo, Dorgali, Urzulei e Baunei. Da Oliena, paese ampiamente conosciuto per l’artigianato e le produzioni eno-gastronomiche, si possono raggiungere, la Sorgente di Su Gologone, i vicini siti nuragici di Sa Sedda ‘e sos Carros e il famoso villaggio di Tiscali, costruito all’interno di una dolina. Inerpicato su un pendio al margine orientale della Barbagia di Ollolai, è Orgosolo, uno dei paesi simbolo della cultura barbaricina, i cui edifici sono stati ricoperti da murales eseguiti da vari artisti a partire dalla seconda metà del ‘900 interpretando il conflitto tra cultura moderna e tradizione. Camminando per le strade, è facile che l’attenzione venga attirata dall’incontro con le donne del paese interamente vestite di nero che con passo svelto scompaiono velocemente tra i vicoli. Porta del Gennargentu è Fonni, a 1.000 m. di altezza il comune più alto dell’isola, che guarda le vette di Punta La Marmora e del Bruncu Spina. Mèta di villeggiatura sia d’estate che d’inverno, è punto di partenza per numerosi itinerari montani risalendo le creste del Gennargentu. A circa 15 km. è il passo del Corr’e Boe (1.235 m.), lungo la statale 389 a sud est di Fonni, che segna il confine tra Barbagia e Ogliastra. A 8 km. a sud di Fonni, è invece il Monte Spada, sul versante settentrionale del massiccio, dove sorge un moderno centro turistico con impianti di risalita invernali. Alle falde del Gennargentu è Gavoi, centro pastorale dalle tipiche architetture in granito con ristoranti tipici che offrono le specialità della cucina barbaricino, luogo di produzione dei tipici prodotti dell’allevamento ovino, da dove tramite la strada principale si raggiunge il lago Gùsana, tra i laghi artificiali più belli della Sardegna. Con una breve deviazione da Gavoi si giunge a Ollolai, tipico luogo di produzione di ceste d’asfodelo. Si continua per Dèsulo, paese montano dove molte donne indossano ancora un caratteristico vestito rosso con cuffietta, e poi Tonara, conosciuto per il buonissimo torrone, apprezzato prodotto di esportazione, Belvì dove si ammirano le tipiche abitazioni della montagna sarda ed un interessante Museo di Scienze Naturali con esemplari degli endemismi della flora e della fauna del Gennargentu, e Aritzo, capoluogo del turismo montano dell’Isola, dotato di accoglienti alberghi e ristoranti, immerso tra i boschi di castagno e nocciolo e dove non è raro osservare gli artigiani del legno lavorare tra le vie del paese. Nel Gennargentu di Arzana, numerosi sono i siti d’interesse archeologico, come i resti del nuraghe e del villaggio nuragico di Ruinas e naturalistico, tra cui le gole formate dagli affluenti del fiume Flumendosa, il bosco dei Tassi millenari di Tedderieddu e l’acero più grande d’Europa. Da Arzana è possibile raggiungere la cima di Punta La Marmora, come pure dal lato di Villagrande Strisaili, altra interessante località sotto il profilo naturalistico. A Seui, è tappa obbligata l’incantevole foresta demaniale di Montarbu con il vicino lago dell’Alto Flumendosa, uno dei più bei paesaggi raggiungibili dal Trenino Verde. Non distante è Sadali con un bel centro storico e gli interessanti dintorni dove sono la cascata di S. Valentino e la grotta Is Janas.